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Il CSC – Cineteca Nazionale al Cinema Ritrovato di Bologna
Centro Sperimentale di Cinematografia
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23 Giugno 2022

Il CSC - Cineteca Nazionale è presente al Cinema Ritrovato, tra i più importanti appuntamenti internazionali dedicati alla valorizzazione del cinema di patrimonio, promosso dalla Cineteca di Bologna, con due importanti restauri nella sezione “Ritrovati e restaurati”. Sabato 25 giugno sarà presentato Nostalghia di Andrej Tarkovskij; il restauro è stato realizzato a partire dai negativi scena e colonna messi a disposizione da Rai Cinema S.p.A. e il direttore della fotografia del film Giuseppe Lanci ha supervisionato le lavorazioni di color correction.
Lunedì 27 sarà la volta de La ricotta Director’s cut di Pier Paolo Pasolini.

Il Conservatore del CSC sul restauro di Nostalghia di Andrej Tarkovskij: Voi non capite niente della Russia”, dice Oleg Jankovskij all’inizio del film. In un momento fra i più difficili per la reciproca comprensione, Nostalghia ci offre della Russia il lato più alto ed esoterico, e dopo quasi quarant’anni ci sfida di nuovo a decifrarlo. La trama, se così si può chiamare, racconta di un poeta russo (Jankovskij) che cerca in Italia tracce di un antico compatriota musicista. Schiacciato dalla lontananza dalla patria e dalla famiglia, resta insensibile alle grazie della sua interprete, la botticelliana Eugenia (Domiziana Giordano), mentre porge orecchio alle profondità del folle Domenico (Erland Josephson). Finisce male: Domenico si dà fuoco a piazza del Campidoglio mentre il poeta russo crolla esanime dopo essere riuscito a percorrere una vasca termale con una candela accesa. Questa è la fabula, il contenuto vero racconta un’altra storia. Lento e denso come una preghiera, il penultimo film di Andrej Tarkovskij è il poema della lontananza e della fede, l’addio del regista a una patria difficile e ingrata, il suo personale elogio della follia, e un incantevole manifesto contro la dittatura della bellezza, scolpito su location mesmerizzanti: la chiesa sommersa di Santa Maria in Vittorino, le rovine dell’Abbazia di San Galgano, la cripta di San Pietro a Tuscania, la città arroccata di Calcata, la vasca termale di Bagno Vignoni. Inquadrature geometriche, sguardi in macchina, colonna sonora intrisa di canti, gocciolii, latrati, mentre la scena è continuamente allagata di pioggia, neve, acque termali, pozzanghere, ora in bianco e nero, ora a colori, ora con mezze tinte. Restauro difficilissimo questo della Cineteca Nazionale, reso possibile grazie a Beppe Lanci, il direttore della fotografia del film, che ha seguito e curato i lavori. Il risultato è un canto di lode alla vita, alla poesia, all’amore coniugale, a Dio. Meglio: la fiducia in qualcosa di superiore, a prescindere dal fatto che ci sia davvero. Come grida Domenico arrampicato sulla statua di Marco Aurelio, “qualcuno deve gridare che costruiremo le piramidi. Non importa se poi non le costruiremo, bisogna alimentare il desiderio.

Il commento di Francesca Angelucci: sul restauro de La ricotta Director’s cut di Pier Paolo Pasolini. Per i cento anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, la Cineteca Nazionale presenta La ricotta versione ‘director’s cut’. È il restauro dell’unica copia sopravvissuta nell’edizione voluta dal regista prima che la censura si abbattesse sul film, ritrovata all’interno del ‘gruppo Dogane’, materiali filmici abbandonati perlopiù negli scali ferroviari e lasciati inesitati. Si tratta di un positivo 35mm bn/colore di RoGoPaG,sfuggito all’intervento della magistratura e quindi rimasto integro, che ripropone il film come uscì nelle sale il 19 febbraio 1963, e come fu visto da pochissimi spettatori poiché il 1° marzo venne posto sotto sequestro. La ricotta venne quindi modificato per la seconda versione di RoGoPaG, distribuita nel novembre del ’63 con il nuovo titolo Laviamoci il cervello.
La pellicola originaria dell’episodio pasoliniano, oltre a restituirci il cartello originale con il suo incipit deciso e profetico (“Non è difficile predire a questo mio racconto una critica dettata dalla pura malafede”), contiene diverse immagini e dialoghi successivamente tolti o modificati, fra cui la frase finale pronunciata da Orson Welles davanti alla croce: “Povero Stracci! Crepare è stato il suo solo modo di fare la rivoluzione”.
La copia, che col passare del tempo era ormai completamente decolorata, è stata restaurata digitalmente nel laboratorio della Cineteca Nazionale, che l’ha riportata allo splendore originario. Ed è ulteriormente completata da due brevi tagli, ritrovati sempre negli archivi della Cineteca Nazionale, apportati dalla censura prima ancora che il film uscisse nelle sale; appartengono alla scena in cui Natalina (Maria Bernardini) scopre le gambe sfilandosi le scarpe e, incitata dalle comparse, di spalle, si toglie il reggiseno: un ultimo tassello alla ricostruzione della versione originale di uno dei film più perseguitati nella storia del cinema italiano.
Il restauro della 
Ricotta ‘director’s cut’ viene presentato al Cinema Ritrovato in prima mondiale.

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