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Mostra degli spartiti musicali

La Biblioteca Luigi Chiarini conserva numerosi spartiti illustrati di canzoni tratte da film. Si tratta di materiali spesso considerati “minori” ma che testimoniano la varietà dei modi di diffusione della cultura cinematografica nel corso del XX secolo: in questo caso per mezzo della canzone, tipico prodotto nazional-popolare.

La galleria di immagini mira ad evidenziare la diversità dei generi cinematografici dei film ai quali gli spartiti erano collegati ma anche le interessanti scelte grafiche ideate per renderli di fatto più “attraenti” agli occhi degli acquirenti. Gli editori dell’epoca utilizzarono le illustrazioni a fini prevalentemente pubblicitari, in quanto potevano attirare il grosso pubblico: copertine dai colori vividi, talvolta abbellite da motivi ornamentali, ma soprattutto fonte di fascinazione per la presenza dei ritratti dei beniamini e delle star dell’epoca. Lo spartito diventava così uno “spazio” atto ad evocare in maniera sintetica l’oggetto “altro” e cioè il film, funzionando come piccolo manifesto nelle vetrine dei negozi.
Quelli da noi prescelti provengono da due fondi bibliografici: il  Fondo Luciano Michetti Ricci (vedi  > Prima parte  e >  Seconda parte ) e il Fondo Adriana Berselli.
Alcuni di essi, cronologicamente più antichi, pur non essendo direttamente legati ad un film risultano di grande interesse in quanto frutto di una fase di transizione dal mondo del teatro al mondo del “cinematografo”. E’ il caso di Cinq minutes au ciné-journal: chanson montmartroise: Mayol & Dranem, che segna il passaggio dal cafè-chantant alla nuova attrazione dei cinegiornali prodotti dalla Pathè, oppure di Charlot!…: one step, spartito di una canzone che testimonia l’avvenuta trasformazione del personaggio ideato da Chaplin in una vera e propria maschera, secondo un’attitudine ancora tipica del teatro.
Altri spartiti, che vanno dagli anni ’30 agli anni ’50, sono stati prescelti sia per la fama delle canzoni, diventate ormai il simbolo di un’epoca – Parlami d’amore MariùBesame muchoMamma, Ma l’amore no, Ti voglio tanto bene –  ma anche per l’importanza degli interpreti canori: Beniamino Gigli, Gino Bechi, Al Jonson, Alberto Rabagliati, o dei compositori: Cesare Andrea Bixio, Nino Rota, Carlos Gardel. In altri casi la scelta è caduta su quelli che riportavano in copertina l’immagine della star, già famosa o in procinto di diventarlo: è il caso di Maruska con una sfolgorante Dolores del Rio, di Principessa Tam Tam che vede protagonista la diva dell’esotismo Josephine Baker, Le Sheik dal film interpretato dal latin-lover Rodolfo Valentino, di Mambo Bacan, tratto dal film che lanciò Sofia Loren, di Long ago dove campeggia la splendida Rita Hayworth, di Canzone sospirata, dal film che vide interpreti Caterina Boratto e Vittorio De Sica.
Attraverso questi “oggetti culturali” – che di certo rappresentano un punto di vista eccentrico ma ricco di suggestioni e informazioni – crediamo di poter offrire una lettura in controluce non solo dei gusti musicali ma anche dei segni della sensibilità estetica di un’epoca.